lunedì 31 ottobre 2011

Reunion CELESTIAL SEASON

 
QUESTE SONO GRANDI NOTIZIE! Culto doom anni '90! Onestamente la voce di Stefan non sembra più quella dei tempi d'oro, ma speriamo di poter fare 2+2 e di vedere la band confermata al Roadburn 2012. Se poi ripropongono "Solar Lovers" per intero, allora porto un paio di mutande pulite in più. Lunga vita all'Olanda doom di due decenni fa e a tutte le grandi band e le perle che questa ci ha regalato... CELESTIAL SEASON, THE GATHERING, ORPHANAGE...!


Decamerone 2011 by Celestial Season


MITHRAS - Time Never Lasts


Ho da poco scritto una recensione per questo nuovo EP dei death metallers inglesi MITHRAS. Verrà pubblicata nei prossimi giorni su Metalitalia.com, quindi non ho voglia di dilungarmi. Comunque si tratta di un gran bel ritorno: i pezzi inediti sono solo 2, ma mettono in mostra uno stato di forma notevole abbinato all'eliminazione di tutte le ingenuità presenti nei vecchi lavori. Dopo "Providence" degli Immolation, un altro bell'ascolto death metal sulla breve durata. Già mi sono scordato che è uscito qualcosa dei Morbid Angel quest'anno...


venerdì 28 ottobre 2011

THE ELYSIAN FIELDS - Adelain


C'è un gruppo "art rock" americano che si chiama Elysian Fields. Non sono questi. Il "The" è importante. I The Elysian Fields sono una delle mie band greche preferite. A dire il vero, tra i grandi nomi del metal ellenico, è difficile trovare qualcosa che non mi piaccia. Comunque, sono forse uno dei gruppi meno conosciuti, almeno se paragonati ai soliti Rotting Christ, Septic Flesh o Nightfall. Oggi ho ascoltato "Adelain" (Unisound, 1995), il loro debut album. Black-death metal piuttosto raffinato. Prevale la solita atmosfera epico-solenne made in Hellas, ma vi è una cattiveria e una velocità d'esecuzione particolarmente spiccata, cosa che li distanzia di un bel po' dai succitati gruppi. Anche la produzione, considerando che era il 1995 e che è un album greco, è superiore alla media: se ascolto un "Esoptron", che è uscito anch'esso in quell'anno, non ci trovo la stessa definizione (pur amandolo). Di questa band, almeno per i primi album, mi è sempre piaciuto il modo con cui venivano usati piano e tastiere: quando arrivano, fanno davvero la differenza. Non si tratta di pacchianate o di sbrodolate che coprono tutte le chitarre, l'uso è oculato ed elegante e aggiunge sempre qualcosa al pezzo. Per il resto, bei riff taglienti - a volte quasi di estrazione swedish - e un ottimo senso della melodia, che, quando le ritmiche rallentano, sembra anche rifarsi a certo doom-gothic britannico alla My Dying Bride. Forse è per questo che non hanno mai riscosso troppo successo: non sono mai stati facilmente inquadrabili e si sa che questo è un rischio... basta pensare ai nostri Novembre. Un bell'ascolto, comunque... mi ha fatto passare la mattinata.


giovedì 27 ottobre 2011

CEMETARY - An Evil Shade Of Grey


Per la serie "quei dischi che da ragazzino pensavo fossero classici immortali e che più avanti ho invece scoperto che conosciamo in 5", nel tardo pomeriggio di oggi, dopo una riunione in ufficio abbastanza insignificante, mi sono sparato "An Evil Shade Of Grey", debut album dei CEMETARY (Black Mark, 1992). Gran disco di death-doom metal; a dire il vero, l'unico del gruppo svedese ad aderire a questo stile, visto che già dal secondo lavoro si spostarono verso sonorità maggiormente gothic metal. Comunque, preso singolarmente, "An Evil..." è un'ottima opera. Lo ascolti e ti richiama automaticamente i primi anni '90: dai suoni, made in Sunlight Studios, alla copertina firmata Necrolord, passando ovviamente per la musica, che qui sembra sposare due delle correnti che all'epoca andavano per la maggiore. Da un lato abbiamo grosse porzioni di death metal che non suonano affatto lontane dai primi Dismember/Carnage, dall'altro un'attenzione particolare per l'atmosfera, che sembra ispirata ai Paradise Lost dei demo e dei primi full. Quest'ultima si traduce in qualche midtempo più pronunciato del solito (per gli standard swedish death di quei tempi) e nell'uso occasionale, ma sensato, delle tastiere. Nel complesso, un disco dunque assai interessante, che certamente all'epoca non suonava completamente ovvio. I momenti più pacati di una traccia come "Nightmare Lake", ad esempio, mi hanno sempre dato l'idea di aver fatto da base all'evoluzione che i Katatonia misero in mostra su "Dance Of December Souls", anche se loro sostituirono la componente death con quella black. Poi magari sto dicendo cazzate, ma ho da anni questa idea e ormai me la tengo!


Stavo riflettendo...

... questo blog è già diventato una sorta di diario dei miei ascolti. Del resto, ascolto una media di 8 ore di musica al giorno, visto che in ufficio posso tenere le cuffie e mi piace l'idea di annotare da qualche parte le mie impressioni e i ricordi che sul momento mi tornano alla mente. Non riporto proprio tutto - soprattutto molti degli album nuovi che ascolto vengono recensiti direttamente per Metalitalia.com e non sempre mi va di scrivere nuovamente qualcosa su di loro qui - ma quello che passa su sta pagina è comunque una buona fetta di ciò che entra ed esce dal mio lettore ogni settimana. Insomma, non sto prendendo album proprio a caso: ascolto effettivamente sta roba mentre scrivo. Ok, basta. Era giusto per mettere le cose in chiaro e per mettere una foto che non c'entra un cazzo, ma che dà colore... :)

OCTOBER TIDE - Grey Dawn

 
"Rain Without End" è sicuramente il capolavoro degli OCTOBER TIDE, ma negli anni ho imparato anche ad apprezzare il suo successore, "Grey Dawn" (Avantgarde, 1999). Dico "negli anni" perchè quando lo comprai (il giorno del mio 18ettesimo compleanno al Libraccio di Porta Venezia a Milano!) rimasi un pochino deluso. Mi aspettavo un lavoro "katatonico" come il debut (che tra l'altro venne inciso prima del celebre "Brave Murder Day", ma pubblicato dopo!) invece mi ritrovai con un disco più pesante e doom, con toni più aspri e una vena melodico-atmosferica messa a volte in secondo piano. Inizialmente, insomma, non mi esaltò solo per il fatto che non presentava costantemente degli ingredienti tipici del debut, ma poi, ascoltandolo bene, mi sono accorto che si tratta a tutti gli effetti di un bel lavoro di doom-death metal scandinavo, in cui la mano di Fredrik Norrman e Jonas Renkse si riesce pur sempre a sentire. Peccato che quest'ultimo per l'occasione lasci il growling a Marten Hansen degli A Canorous Quintet: costui ben figura, ma avere Renkse alla voce mi avrebbe forse messo nelle condizioni di familiarizzare con l'album in tempi più brevi. In ogni caso, bel disco, da rispolverare in un autunno cupo e freddo (almeno in terra d'Albione)!

mercoledì 26 ottobre 2011

Reunion NASUM


Non so bene come prendere questa reunion dei NASUM. Sono una delle mie band preferite in assoluto e non mi dispiacerebbe rivederli live, ma il fatto che - ovviamente - siano senza Mieszko mi turba un po'. Ho paura di trovarmi davanti a una sorta di cover band, anche se il buon Anders era comunque il 50% della forza creativa del gruppo. E poi vedo che c'è anche Jesper nella reunion, che prima di concentrarsi sui BURST aveva contribuito parecchio a un discone come "Helvete". Non lo so... dovrò vedere per capire. Non mi sento di criticarli nè di appoggiarli subito per ora. D'altronde è impossibile capire le dinamiche interne di una band da questa posizione, soprattutto dopo una tragedia come quella che la colpì. Ognuno reagisce e guarisce alla propria maniera. In ogni caso, i NASUM sono e saranno sempre la migliore grindcore band europea dopo i NAPALM DEATH. in questo campo, le emozioni che mi hanno dato loro sono innumerevoli, sia su CD, sia dal vivo, e se la giocano solo con quelle che mi hanno dato Barney e soci. Li ho visti tantissime volte, in club, centri sociali e festival, e si è sempre trattato di concerti favolosi. Tra l'altro, presenziai proprio al loro ultimo concerto, mel dicembre 2003, a Cremona, al compleanno di Giulio The Bastard. Seratona indimenticabile!


ALCATRAZ - Smile Now Cry Later


ALCATRAZ - "Smile Now Cry Later" (Demons Run Amok, 2011). Album hardcore dell'anno? Ascolterò ancora bene, ma potrebbe esserlo. Il nome è una merda, solo per cercare roba su di loro su google devi passare in mezzo a carceri, locali e mille altri gruppi, però sti ragazzoni californiani spaccano. Hardcore metallizzato stile Reign Supreme, Buried Alive, Terror, con una punta di old school alla Integrity. Quello sotto è un pezzo dall'EP (tra l'altro incluso qui come bonus): non sono riuscito a trovare qualcosa di nuovo perchè, appunto, se scrivo Alcatraz esce l'ira di dio. Il materiale nuovo è meglio, è più crudo e cattivo, meno "hardcore da canotta", ma pazienza...


martedì 25 ottobre 2011

THE SECRET - Luce

 
Prima che si svegliassero straordinariamente incazzati e negativi e abbandonassero tutte le velleità tecnico/progressive (e pure la fede in Gesù Cristo, che ora rinnegano ma che qui è addirittura nei ringraziamenti), i THE SECRET erano una delle migliori metal-core band del Paese. "Luce" (Goodfellow, 2004) è un lavoro veramente godibile se si apprezzano le gesta di primi Converge, Norma Jean, Nostromo e Meshuggah. Ben prodotto, ben suonato e con quella voglia di strafare tipica di ogni debut album, che porta l'allora giovane gruppo a comporrre brani lunghi, ricchi di elementi diversi, con un cambio di registro sempre dietro l'angolo. E' un disco per certi versi ingenuo, caotico nel senso buono del termine. A me, nonostante tutto, è sempre piaciuto parecchio, anche se è evidentemente il parto di un'altra band, se paragonato a quanto fanno i The Secret oggigiorno. Capisco, insomma, perchè il gruppo lo rinneghi, anche se per me la cosa resta un po' un peccato, perchè, al di là dei rimandi cristiani e di un intervento di voce pulita (che tra l'altro ci sta bene), "Luce" è un lavoro genuinamente cupo e violento. Amen.


WOLVHAMMER - The Obsidian Plains


Ultimamente pare che certe frange black metal o doom stiano facendo una corsa a chi diventa più elitario, sofisticato, pretenzioso e classista. Roba per quei soggetti che si vedono al Roadburn, quelli con i capelli corti ma la barba bella in evidenza, i jeans stretti e la camicia da boscaiolo del Nebraska che ti parlano di ste uscite ultra indipendenti, DIY, cazzi e mazzi. Quelli per cui esistono solo la vecchia Southern Lord, la Neurot o la Profound Lore. A sentir loro, certi gruppi sono bravi solo perchè non sembrano dei metallari come tutti gli altri o perchè hanno rilasciato uno split sulla Porcodiddio Records da Singapore. Per fortuna la stessa Profound Lore prova a rimettere l'ignoranza, il sudore e i capelli lunghi nel metal con il nuovo WOLVHAMMER, "The Obsidian Plains". Bella manata di doom-sludge annerito da un'iniezione di black metal, il quale aggiunge sia una dose ulteriore di blasfemia, sia un po' di atmosfera e melodia, che male non fa. Ultimamente per me non vi è niente di peggio che sorbirsi quelle immobili sbrodolate doom di un'ora che tanto "vanno" ora. Sti ragazzi movimentano le cose e lo fanno davvero bene, trovando il giusto compromesso tra i vari elementi. Potrei arrivare a definirli una via di mezzo tra Coffinworm, Black Anvil e Altar Of Plagues... ma forse solo perchè adesso non mi vengono in mente altri nomi e non ho voglia di sbattermi. In ogni caso, non siamo lontani.


lunedì 24 ottobre 2011

PARADISE LOST - One Second

 
Pomeriggio dedicato invece a "One Second" (Music For Nations, 1997) dei PARADISE LOST. Sono frocissimo dei mitici gothic metallers di Halifax: mi piace persino "Host", disco che, se usciva a nome Depeche Mode, per me vendeva milioni di copie. Solitamente "One Second" rappresenta la prima pietra dello scandalo per i fan della prima ora della band. E' il primo lavoro in cui le influenze wave e synth pop trovano un posto in primo piano nella musica, mettendo in un angolo il metal. Non sempre è così, comunque... chi dice che "One Second" sia un lavoro pop come "Host" spara cazzate, visto che le chitarre ci sono eccome. Diciamo che alcuni brani sono effettivamente dark wave o synth pop - il che comunque non vuol dire che siano allegrotti o da balera, l'atmosfera è sempre cupa e/o malinconica! Poi ve ne sono altri che sostanzialmente sono sullo stile degli episodi più lineari di "Draconian Times", ma prodotti in una maniera diversa, con delle chitarre e una batteria più fredde e delle tastiere maggiormente in avanti nel mixaggio. Ma basta sentirli dal vivo per capire quanto effettivamente rendano: una "Say Just Words", ad esempio, spacca quanto una "The Last Time". Insomma, per me si tratta di un lavoro curato e molto gradevole: ci trovo anche qualche filler, ma nel complesso me lo sono sempre ascoltato assai volentieri. Nick Holmes canta da dio. Di questo disco ho il digipack con bonus track, prima edizione comprata appena uscita nell'estate del 1997.


RAISED FIST - Dedication


Ho iniziato la settimana con una botta chiamata "Dedication" (Burning Heart, 2002). A mio avviso il miglior album dei RAISED FIST: batte di poco l'altro discone "Ignoring The Guidelines". Da sempre trovo i Raised Fist una delle migliori hardcore band europee... peccato che se li filino in pochi. Del resto, è spesso il destino di certi gruppi molto personali. Probabilmente loro sono sempre stati troppo metal per il fan hardcore medio e troppo hardcore per quello metal. Di "Dedication" apprezzo soprattutto il bilanciamento tra aggressione e cura per la canzone: quasi ogni traccia ha il suo elemento distintivo, non è una collezione di pezzi-fotocopia. Poi la produzione di Daniel Bergstrand (Meshuggah, Strapping Young Lad) è spaventosa: esalta le influenze metal del gruppo, eppure non mette affatto in secondo piano la carica e la ruvidezza hardcore. Spesse volte quando ho voglia di ascoltare Slayer, "Slaughter Of The Soul", primi The Haunted o vecchio hardcore alla Gorilla Biscuits metto nel lettore anche "Dedication", visto che è la sintesi perfetta di tutti questi suoni.

venerdì 21 ottobre 2011

BASTARD PRIEST - Ghouls Of The Endless Night


Per la serie "gente che non ha nemmeno il diploma di quinta elementare", oggi ho ascoltato il nuovo album dei BASTARD PRIEST, "Ghouls Of The Endless Night", prossima uscita della Pulverised Records (Interment, Morbus Chron). Trattasi di un duo ignorantissimo che ha base in Svezia e che si cimenta in un old school death metal alla Nihilist/Entombed e primissimi Death, con una spiccata attitudine punk. Abbastanza simili ai suddetti Morbus Chron, ma meno melodici e senza le forti influenze Autopsy di questi ultimi. La produzione poi è ancora più ruvida... ci ha messo mano Fred Estby (Necronaut, ex Dismember) e le chitarre sono una vera zozzeria. Nei prossimi giorni li ascolterò meglio e recensirò per Metalitalia.com.


giovedì 20 ottobre 2011

MOMENTUM - Whetting Occam's Razor


Come accennato qualche giorno fa, è uscito il debut album dei MOMENTUM, hardcore band formata da ex e attuali membri di LIGHT BEARER, FALL OF EFRAFA, PLAGUE MASS e xZIEGLERx. Come da tradizione efrafriana, il disco può essere liberamente scaricato. Cliccate qui! Poi, se vi piace e se volete supportare, saà disponibile per l'acquisto in CD e vinile per Alerta Antifascista e Halo Of Flies Rec. Lo sto ascoltando dall'altra sera e mi pare proprio bellino. Epic hardcore un po' crustone, consigliabile a fan di From Ashes Rise, Tragedy, Ekkaia e Rise And Fall.


Nostalgiaplatz

Mi scusino eventuali lettori, ma oggi mi va di usare questa pagina come diario e di scrivere di cazzi miei. Essenzialmente perchè recentemente ho fatto dei sogni associati alla mia adolescenza, probabile conseguenza del ritrovamento di alcuni vecchi biglietti di concerti e di qualche foto. Sono giunto alla conclusione che se oggi amo così tanto ascoltare e scrivere di musica è perchè ho vissuto un'adolescenza (e, per certi versi, persino tarda infanzia) intensissima a livello musicale. Ho in particolare a cuore la metà degli anni '90. A dire il vero, ho iniziato ad appassionarmi di musica "pesante" un po' prima, addirittura quando stavo finendo le scuole elementari, grazie a una cassetta degli AC/DC e a una degli Entombed vinte alla lotteria (detta "pesca") dell'oratorio di Vimodrone, il paese nei pressi di Milano dove sono cresciuto. Però la vera svolta ha avuto luogo qualche anno più tardi, quando mio fratello ha iniziato a frequentare un liceo a Milano e ha conosciuto dei "metallari" in erba come noi. Nel giro di qualche mese la nostra casa divenne teatro di scambio di CD, cassette e quant'altro. Ricordo i primi ascolti di "Wolverine Blues", "Heartwork", "Soul Of A New Machine" o "Skydancer" e la comparsa delle prime t-shirt propriamente "metal", le quali però venivano indossate solo da mio fratello, perchè all'epoca venivano prodotte solo in taglia XL (non so come mai, ma sino ai primi anni 2000 tra le band vigeva sta concezione che l'ascoltatore metal medio fosse solo grande e grosso!). In quei primi anni ogni album veniva minuziosamente studiato da cima a fondo, secondo per secondo, perchè, senza internet, la mole di nuovi "arrivi" non era mai particolarmente grossa, quindi ogni volta che ricevevi qualcosa di nuovo da ascoltare ti ci buttavi a capofitto e non ti staccavi da esso almeno per un paio di settimane. Poi ricordo i primi concerti: eravamo talmente esaltati che ci recavamo al locale ore e ore prima dell'apertura dei cancelli per stare lì con altri fan e pregustare la serata. Se erano a Milano, all'andata si faceva il viaggio in metropolitana, mentre al ritorno a volte veniva a prenderci nostro padre, che di lì a poco iniziò a interessarsi anch'esso a quella musica, dandoci modo di riuscire a vedere molti più concerti rispetto alla media e di realizzare veri e propri sogni, come, ad esempio, il Wacken 1998. Mio padre guidò 15 ore all'andata e 15 ore al ritorno per portare un ragazzino nel profondo nord della Germania per assistere a quello che già allora era il festival metal più grande al mondo. Inutile sottolineare come al ritorno "me la tirai" come un pazzo con amici e conoscenti! Sì, me la tirai proprio senza ritegno, però abbiate pazienza... immaginate un ragazzo italiano di 16 anni che riesce ad andare a un festival del genere quando buona parte dei suoi coetanei o delle gente che frequenta abitualmente ai concerti e ai locali metal della zona non ha quasi idea di che cosa sia. Quello fu un evento topico per il consolidamento della mia passione, così come alcuni dei concerti che ebbero luogo attorno alla metà degli anni '90. Dal World Domination tour con Dark Tranquillity, Enslaved e altri, al mitico Death + Benediction, passando per Cradle Of Filth + Opeth, Machine Head + Entombed + Misery Loves Co., In Flames + Borknagar, Hypocrisy + Meshuggah o Kreator + Dimmu Borgir + Krisiun... e chissà quanti me ne dimentico. Questi concerti erano molto più piccoli rispetto a quelli di oggi: la maggior parte di essi aveva luogo al Rainbow, locale ormai leggendario per i concerti milanesi, e nel giro di un paio di show finivi per conoscere di vista praticamente tutti. Le facce erano sempre quelle. Ho iniziato ad andare ai concerti per conto mio proprio attorno ai 16 anni, quando mio fratello ha iniziato a staccarsi un po' dalla "scena" e io, al contrario, ho cominciato a diventare sempre più fanatico di sonorità estreme e underground. La svolta vera c'è stata quando finalmente ho conosciuto dei ragazzi che avevano la mia stessa passione, attorno appunto ai 15/16 anni. Per la cronaca, uno di questi, Marco, è stato il batterista dei Node per alcuni anni ed è l'attuale drummer di Pino Scotto... ahah! Ho conosciuto lui e un altro mio grande amico dell'epoca, Dario, tramite mia cugina. Mi si spalancarono mille porte grazie a loro: finalmente avevo qualcuno con cui uscire e fare "cose metal" se mio fratello non aveva voglia. Ci trovavamo ogni sabato pomeriggio dopo la scuola, solitamente davanti a Mariposa, storico negozio di dischi (principalmente metal) sotto il Duomo di Milano. Il nostro pellegrinaggio iniziava lì, poi ci spostavamo verso il Sound Cave (il negozio della mitica Avantgarde Music) e poi in fiera lungo i navigli. Lì passavamo al setaccio tutte le bancarelle di dischi usati. Tra usato e nuovo, solitamente ognuno di noi ogni sabato acquistava un album e una cassetta TDK vergine: poi, una volta a casa, ognuno faceva una copia del disco su cassetta e il weekend dopo la portava agli altri. In questa maniera, ogni settimana avevamo 3 album nuovi da ascoltare. In questo periodo iniziammo tutti a sviluppare i nostri gusti: tutti tendevamo verso l'estremo, ma qua e là ascoltavamo anche qualcosa di più classico. Eravamo, ad esempio, anche fan dei vecchi classici thrash (Overkill, Kreator...) e della vecchia scena power, dai Blind Guardian ai vecchi Rage. Il grosso degli ascolti, comunque, era rappresentato da vagonate di death e black metal o comunque da tutto ciò che all'epoca veniva prodotto dalle maggiori etichette europee underground. Ci sentivamo quasi parte di un circolo elitario. Lo facevamo senza cattiveria, ma eravamo fieri di avere questa passione e di conoscere così tanta musica oscura. Ostentavamo la cosa in ogni momento, non eravamo come "quelli che non vanno oltre i Pantera e i Metallica". Noi divoravamo roba targata No Fashion, Black Sun, Wrong Again, Peaceville, Nosferatu, Polyphemus, Candlelight, Holy, Die Hard... Per approfondire la conoscenza furono importanti anche riviste come il vecchio Grind Zone o Metal Shock: gli articoli non sempre erano di qualità sopraffina, però erano utili a portare certi gruppi alla nostra attenzione. Non sempre ci fidavamo delle recensioni, ma almeno ci facevamo un'idea di che cosa suonassero. Solitamente poi ci facevamo ispirare dalla copertina o da qualche volantino. Ogni tanto da Mariposa riuscivamo anche ad ascoltare qualcosa "a sbafo", cosa utile per non comprare dischi che poi ci avrebbero fatto cagare. In ogni caso, solitamente anche se l'acquisto si rivelava un buco nell'acqua, facevamo di tutto per non ammetterlo. Se lo avevamo comprato con i nostri soldi, il disco non era mai una cagata, al limite era "un po' noioso". Anzi, un po' "polpettone". Questo era un termine molto in voga fra di noi. Nessuno voleva passare per il cretino di turno che si era fatto abbagliare e aveva buttato i soldi nel cesso. Passavamo ore a difendere le nostre scelte. Ad esempio, ricordo discussioni epiche su "Outcast" dei Kreator, che dopo i primi 4 pezzi si perdeva e, onestamente, rompeva un po' le palle. Non era brutto, era un po' "polpettone". Lunga vita ai dischi-polpettone. Altri scambi di CD e cassette avvenivano al Midnight, locale che all'epoca rappresentava il ritrovo principale della scena metal milanese (e delle Bestie di Satana, alcune delle quali erano, ahimè, mie buone conoscenze, ma questo è un altro discorso). Cristina dei Lacuna Coil lavorò come cameriera lì per un po', se non ricordo male. Tutta quella gente che si vedeva al Rainbow per i concerti la trovavi anche lì. Bevevamo solitamente Snakebite in red, ovvero birra con un goccio di sciroppo all'amarena e davamo vita a discorsoni su band oggi dimenticate da dio come Konkhra o Necromass. Non potevamo tirarla per le lunghe però, perchè quasi nessuno aveva ancora la patente e bisogna correre a prendere l'ultima metropolitana per rincasare. Il massimo, comunque, era quando vi era un concerto di sabato sera... quello rappresentava un lusso vero e proprio: pomeriggio in pellegrinaggio per negozi e poi concerto. Non capitava spesso, ma quando era così godevamo come pazzi. Insomma, tra i 12 e i 17 anni ho praticamente vissuto in funzione del metal: studiare mai, figa niente o poca, musica tantissima... da scoppiare! D'altronde, chi cazzo aveva voglia di tradurre un paragrafo di latino o di passare un pomeriggio al centro commerciale con una tipella che non sapeva nemmeno cosa fosse un basso quando potevi passare un paio d'ore a tradurre i testi nel digipack di "Esoptron" mentre riascoltavi "Above The Light"? Metal nerd to the death!

mercoledì 19 ottobre 2011

NORMA JEAN - Bless The Martyr And Kiss The Child

 

Il debut album dei NORMA JEAN è uno di quegli album metal-core che davvero mi esaltano. E fa niente se la band è un'accozzaglia di burini/bigotti cristiani delle campagne della Georgia... il disco suona talmente cupo e brutale che può tranquillamente mettere al muro qualsiasi parto della peggio band di zotici bestemmiatori con la toppa dei Beherit. Registrato (quasi in presa diretta) nella primavera del 2002 negli studi dall'allora semi-sconosciuto Adam D. (Killswitch Engage), "Bless The Martyr And Kiss The Child" (Solid State, 2002) è una manata di quasi un'ora che vede Zao e Neurosis incontrarsi, copulare e dar vita a un abominio di chitarre ribassate, percussioni tribali e praticamente tutto ciò che sta in mezzo tra il "Carcass-core" degli Zao e il "post" hardcore apocalittico degli autori di "Through Silver In Blood", quindi sia dei breakdown dinamici (cosa oggigiorno impossibile da trovare nella scena metal-core), sia le consuete aperture strumentali dilatate, che all'epoca erano affare solo di pochi. La cosa bella del lavoro è che pur presentando sia tracce molto brevi e dirette, sia degli episodi monumentali, riesce a mantenere un'atmosfera coesa e densissima. Chiudi gli occhi e ti sembra di vedere l'Arcangelo Gabriele che stupra la Madonna... tanto per rimanere in tema. Peccato che poi, a causa di vari cambi di lineup, i Norma Jean non si siano mai più ripetuti. Anzi, a dire il vero, hanno praticamente cambiato genere. Ma "Bless..." rimane una perla. Solitamente lo faccio ascoltare ai "defender" dell'ultima ora - quelli per cui "metal-core" significa solo Bring Me The Horizon o roba simile - non dicendogli subito di chi si tratta o non mostrandogli foto e altre info; poi ai loro commenti sorpresi mi faccio sempre grasse risate.

Comunque, sì, stamattina mi sono svegliato con una spiccata voglia di christian metal-core! Questo album l'ho comprato pochi mesi dopo la sua pubblicazione a Poland Street, mentre ero a Londra per un weekend.



martedì 18 ottobre 2011

SOLEFALD - Pills Against The Ageless Ills


Altro pomeriggio di noia sul lavoro e altro disco da rispolverare. "Pills Against The Ageless Ills" non è il disco migliore o quello più particolare dei SOLEFALD, ma è quasi certamente il più orecchiabile. Per questo motivo lo ascolto ancora volentieri: con gli anni mi sono un po' allontanato dalle sonorità troppo bizzarre e/o cervellotiche di matrice prog/avantgarde, ma "Pills..." conserva un'anima "pop" che me lo rende ancor oggi simpatico. In questo suo terzo full-length il duo avant-black norvegese cerca infatti di smussare vari angoli dello stile del precedente "Neonism" - un album assolutamente folle - e di recuperare un minimo di forma canzone, dando così vita a un disco che, pur non rinunciando affatto a tastiere zuccherose, cantati allucinati e spezie ora funky, ora jazz, ora electro, ora grunge, si appoggia a coordinate black e thrash metal con una certa costanza, con il risultato che le tracce di rado appaiono dispersive o "avantgarde" solo per il gusto di esserlo. Insomma, è il solito album "strano" dei Solefald di inizio-metà carriera, ma un po' più concreto, essendo meno schizofrenico di "Neonism" (e ovviamente meno black metal e maestoso di "The Linear Scaffold"). Anche questo è un album che ho letteralmente divorato al momento della sua pubblicazione (autunno 2001) e che riprendo in mano non appena mi sento un po' nostalgico. Mi fa ridere pensare che negli ultimi anni i Solefald siano diventati un gruppo black/viking/folk... all'epoca ipotizzavo un futuro all'insegna della sperimentazione più pura in stile Ulver, ma questi norvegesi sono nati per spiazzare.


DIABOLICAL MASQUERADE - Nightwork


Oggi in ufficio mi sto facendo due coglioni inverecondi. Poco da fare e, in più, nemmeno tanta roba da ascoltare/recensire per Metalitalia.com. A un certo punto ero talmente annoiato che non sapevo proprio cosa ascoltare. Non so come sia arrivato a optare per i Diabolical Masquerade, ma alla fine mi ha fatto piacere riprendere in mano "Nightwork" (Avantgarde, 1998), il loro disco che ho ascoltato di più. Trattasi di un vecchio progetto melodic black metal di Anders "Blakkheim" Nyström (Katatonia), in questo lavoro aiutato dal solito Dan Swanö (Edge Of Sanity, etc, etc). Quest'ultimo ha suonato la batteria, le tastiere, curato un po' gli arrangiamenti e prodotto il tutto. A Nyström invece il compito di cantare, suonare chitarra/basso e, ovviamente comporre il grosso del materiale. Materiale che è appunto votato a un black metal molto arioso, che gioca spesso con atmosfere viziose, anche se non mancano aperture epiche vere e proprie. Le ritmiche sono abbastanza blande (per il genere) e fungono da base ottimale per un riffing che tante volte è praticamente heavy metal. Nel complesso, l'ho sempre trovato un ascolto estremamente gradevole: i brani sono orecchiabili, ma, al tempo stesso, contengono spunti a sufficienza per reggere la prova del tempo. In effetti, qui Nyström sembra strutturare i pezzi alla maniera dei primissimi Katatonia - ovvero a cazzo di cane - il che significa che mentre ascolti non sai mai cosa succederà di lì a un minuto.

P.S. Ricordo benissimo di aver comprato questo album da Sound Cave in una piovosa mattina di ottobre, quando mi recai di soppiatto in centro a Milano anzichè andare al liceo.




lunedì 17 ottobre 2011

ciao ciao DISMEMBER


I DISMEMBER sono una delle mie death metal band preferite in assoluto. Tuttavia, ciò non toglie che abbiano fatto una vera figura da cazzo sciogliendosi in questa maniera. Anni di silezio (interrotti brevemente da un concerto in Germania la scorsa estate, se non erro), nessuna news e, alla fine, un comunicato di una riga, per giunta inviato da quel babbo di minchia del bassista, che ha 12 anni e dopodomani sono 2 giorni che stava con la band. Dopo 23 anni di carriera, peraltro non fortunatissima, ci sta non avere più voglia di suonare death metal, ma era d'obbligo congedarsi in maniera decente e  dare qualche spiegazione, se non altro per rispetto nei confronti dei fan che hanno comprato i dischi (sì, perchè di norma, il fan dei Dismember è uno che i CD/vinili li compra). Invece ci ritroviamo davanti a un pseudo-annuncio di 10 parole e a un successivo rilancio su una fantomatica nuova hard rock band. Ma ce la fate? Purtroppo in Svezia ultimamente sta prendendo piede sta moda di sentirsi vecchi, attempati, con la testa a qualche decennio fa. Sia a livello "personale" - Matti Karki che gioca a carte nel bar dei vecchi non è un miraggio, ma la realtà - sia a livello musicale/attitudinale... vedi il suddetto bassista, che è un ragazzino e va in giro conciato in maniera tale da far invidia a Glen Tipton nel '84. Ma potrei anche citare David Blomqvist, che da anni si crede Dave Murray e va sul palco con le bandiere dei Maiden. Insomma, un po' patetici. Gli Entombed saranno degli zotici che non si lavano e che son sempre ubriachi, ma ste scenate (ancora) non le fanno. Altra scuola. Vabè, i loro album, comunque, non ce li porterà via nessuno. Se si ripigliano ci fanno un favore, perchè anche l'ultimo disco era venuto proprio bene, altrimenti tante grazie e tanti saluti. Sperò però di non dover assistere a una stronzata simile targata Grave, che ultimamente hanno pure dato vita a un progetto hard rock con quel cocainomane alcolizzato di Ralph Santolla. In quel caso, sarà mia premura tornare a Stoccolma e cagare sui loro zerbini.


giovedì 13 ottobre 2011

LIGHT BEARER - Beyond The Infinite



Postando una news su Metalitalia.com, mi è venuta voglia di ascoltare i LIGHT BEARER, la band nata per volontà di Alex dei mitici FALL OF EFRAFA all'indomani dello split di questi ultimi. "Post" metal introspettivo e raffinato, con la solita atmosfera malinconica qui sottolineata da un bel violoncello. Anzichè ascoltare il debut "Lapsus" (qui la recensione su Metalitalia.com), mi sono buttato sull'EP "Beyond The Infinite - The Assembly Of God", che è sostanzialmente una rielaborazione dell'intro del succitato album. Apprezzo molto questi ragazzi, sia a livello musicale che umano, e non vedo l'ora di ascoltare la loro prossima opera. Sono un gruppo dichiaratamente DIY e underground, ma spero che in qualche modo - anche se a loro non interessa affatto - riescano a diventare un nome noto. Se lo meriterebbero tanto.

P.S. Alex e il chitarrista Matthew sono in una hardcore band chiamata MOMENTUM e pare che a giorni rilasceranno il debut album gratuitamente online. More news to follow!


mercoledì 12 ottobre 2011

VITAL REMAINS


Li ho citati ieri e oggi mi è venuta voglia di riascoltarli. Sto parlando dei Vital Remains, band che solitamente viene presa poco in considerazione, anche da chi ascolta parecchio old school death metal. D'altronde, il gruppo è uno di quelli che "o si ama o si odia", a causa del suo stile particolare, a volte non del tutto death metal, che viene quasi sempre strutturato su composizioni lunghissime. Fermo restando che certi pezzi/dischi sono effettivamente una mattonata (in senso cattivo), a mio avviso è un errore voler per forza accostare i Vital Remains ai soliti nomi death metal made in USA: loro sono tutto sommato un ibrido... ci senti tanto Deicide e Massacre quanto Mercyful Fate e Candlemass. Ecco forse il perchè delle canzoni elaborate, lunghe e colme di sezioni diverse: i Vital Remains sono dei metallari a tutto tondo, non dei death metaller puri, anche se è facile inserirli in toto nel filone, grazie all'amicizia con Glen Benton, all'immaginario blasfemo e, ovviamente, al taglio di buona parte del loro materiale. Comunque, stamattina ho ascoltato "Forever Underground" (Osmose, 1997), un gran bel dischetto. 6 tracce per 42 minuti di death-heavy-doom metal epico-satanico. È il primo album dei nostri con il polistrumentista Dave Suzuki, il quale si fa sentire alla batteria, alla chitarra solista e acustica, al basso e alle tastiere. Queste ultime ogni tanto vengono utilizzate a sproposito, ma tutto sommato non rompono le palle... intermezzo "Farewell To The Messiah" a parte, che trovo abbastanza indecente. Probabile ora che nei prossimi giorni mi venga voglia di riascoltare il resto della discografia...





martedì 11 ottobre 2011

ANGELCORPSE - Exterminate


Stamane mi sono alzato a fatica, quindi per ripigliarmi ho deciso di rispolverare "Exterminate" degli Angelcorpse, ovvero una sana badilata di ignoranza death metal come non ne escono più. Non amo tutto degli Angelcorpse, certe uscite mi dicono poco, però "Exterminate" è davvero un gran bel disco di death metal blasfemo, dalle venature thrash-black. Ci senti i primi Morbid Angel, i Vital Remains, gli Slayer e i Sodom... poi tutto è "pompato" da un'attitudine veramente onesta, underground e "no compromise". Una cosa che all'epoca - il 1998 e tutta la seconda metà dl decennio - era ancora assolutamente comune, visto che il genere non era affatto popolare e la scena era tornata a essere minuscola dopo i fasti dei primi anni '90. Dovevi avere i coglioni e "crederci" davvero per suonare death metal in quel periodo: si vendeva pochissimo, c'erano pochi tour, le facce che si vedevano ai concerti erano sempre quelle... Se ascolti "Exterminate" respiri la stessa atmosfera che respiri con i primi album dei Krisiun, con i vecchi Vader o coi suddetti Vital Remains, ovvero tutta quella gente che si è data da fare negli anni bui, ovvero quelli compresi tra la seconda metà degli '90 e i primissimi 2000. A mio avviso, il death metal ha iniziato a risalire davvero, in termini di popolarità, dopo il successo dei primi No Mercy Festival, con i quali la gente si è nuovamente svegliata e ha ripreso a (ri)scoprire il genere. E meno male, perchè in quel periodo eravamo messi male. Basta vedere il bill del NMF 2000 per farsi un'idea: Deicide, Immortal, Cannibal Corpse, Marduk, Hate Eternal, Vader, Vomitory, Dark Funeral. Tutti gruppi che oggi suonano regolarmente da headliner davanti a centinaia di persone ogni sera. Allora invece dovevano fare sto mega pacchettone per attirare un pubblico decente, perchè tiravano solo il nu da una parte e il power dall'altra. Comunque, non divaghiamo... tornando ad "Exterminate" degli Angelcorpse, nonostante tutti i discorsi sull'underground, non aspettatevi un prodotto estremamente rozzo. Dopo tutto, il disco è stato registrato nei celebri Morrisound Studios, mentre alla batteria siede un certo John Longstreth, che oggi fa il bello e il cattivo tempo con Origin, Gorguts e Dim Mak. Insomma, il sound è "ignorante", ma è confezionato bene. Ascoltate e scapocciate.


lunedì 10 ottobre 2011

nuovo brano CRUCIAMENTUM

È uscito un nuovo split 7" tra gli inglesi CRUCIAMENTUM e gli americani VASAELETH. Un pezzo a testa, quello dei primi lo potete ascoltare qui sotto. Bella atmosfera come al solito, mentre la resa sonora mi pare un po' povera questa volta. Probabile che, dovendo registrare un brano solo, abbiamo fatto le cose al volo. La qualità comunque è più che dignitosa. Apprezzo molto il loro death metal "catacombale" e occulto, con chiari riferimenti agli Incantation. Su questa pagina c'è la mia recensione del loro primo EP.


venerdì 7 ottobre 2011

IMMOLATION - Providence

Non ho ascoltato granchè l'ultimo album degli IMMOLATION, "Majesty And Decay", ma questo nuovo EP è una vera bomba! "Providence" esce per Scion A/V e lo potete scaricare gratuitamente dal seguente widget. Questo è il death metal made in USA che piace a me. Mi sorprende la cura nei dettagli... pensavo fosse il solito EP buttato fuori a cazzo, ma in realtà è davvero ben strutturato e i brani sono tutti notevoli. Anche la produzione è azzeccata. Questi colossi dovrebbero invecchiare tutti così, altro che Morbid Angel...


NAGLFAR

 
L'altro giorno, nel post sui Necrophobic, ho accennato al fatto che ultimamente sto ascoltando molto black-death metal svedese. Sto un po' tornando alle mie vecchie passioni di teenager in questo periodo. In alto nella playlist ci sono i grandissimi NAGLFAR, una band che oserei definire anch'essa sottovalutata, se penso alla qualità di buona parte dei loro dischi e a quanto effettivamente sono popolari oggi. Devo dire che anche il gruppo ci ha messo del suo, con pause a volte troppo lunghe fra un album e l'altro e qualche cambio di lineup, tuttavia, più ascolto un album come "Vittra" - il loro debut del 1995 - più fatico a capacitarmi di come questa band non sia un nome grosso tanto quanto un Dissection o un Dark Funeral. I Naglfar, almeno agli inizi, avevano TUTTO per "sfondare": oltre a una buona tecnica e a produzioni già all'altezza, avevano uno stile personalissimo per l'epoca, che mescolava black metal svedese, epicità e improvvise digressioni nel puro classic metal! Mai stato un fan degli Iron Maiden, e non sono certo un grande esperto in materia, ma per me su "Vittra" ci sono dei riff e delle melodie che potrebbero tranquillamente far uscire di testa un seguace di Dickinson e compagnia. Proprio per questo non riesco a capire come mai siano sempre passati abbastanza in sordina: è vero che con il tempo progressivamente il loro sound si è fatto più brutale (le parti classiche erano frutto del songwriting del primo frontman Jens Rydén), ma almeno a metà anni '90 avrebbero potuto diventare quel tipico gruppo apprezzato un po' da tutti, come successe agli In Flames. Probabilmente, anche l'etichetta - la mitica, ma piccola Wrong Again - ha influito... avessero avuto subito alle spalle una Century Media le cose forse sarebbero andate diversamente. O forse no! Ora in effetti sono su Century Media e, appunto, non è che siano così "pompati". Insomma, è colpa loro, sono dei fancazzisti. Comunque, tornando alla musica, i miei album preferiti sono i primi due: il succitato "Vittra" e quella manata di "Diabolical", che già suona più cattivello, ma in cui si riesce lo stesso a sentire la mano di Rydèn. Belli anche tutti i lavori successivi... in effetti, mi sa tanto che non abbiano mai pubblicato un disco scarso! Del resto, a parte Rydèn, tutte le menti della band sono sempre rimaste al loro posto. Vi lascio con un paio di clip, presi rispettivamente dal debut e da "Diabolical". Il primo è per la tamarrissima "Through The Midnight Spheres", ovvero i Maiden che suonano black metal, il secondo è per "Into The Cold Voids Of Eternity": lo stacco pianistico nel mezzo e la successiva ripartenza/frustata mi hanno sempre fatto godere.




giovedì 6 ottobre 2011

GREEN CARNATION - Light Of Day, Day Of Darkness



In questi giorni ho rispolverato "Light Of Day, Day Of Darkness" dei GREEN CARNATION, band norvegese guidata dal chitarrista Tchort (ex Blood Red Throne, Satyricon, Carpathian Forest, Emperor) da molti considerata una sorta di seguito degli In The Woods. L'album è uscito nel 2001 e consta di una sola traccia della durata di un'ora! A livello stilistico, è un incrocio di prog rock e doom metal, con un'atmosfera molto malinconica (ora non vorrei dire cazzate, ma a memoria il disco era dedicato alla memoria di un figlio di Tchort che era scomparso prematuramente). All'epoca dell'uscita lo adoravo, perchè solo il fatto che si trattasse di un solo pezzo lunghissimo mi esaltava. Del resto, sono da sempre un fanatico di "Crimson" degli Edge Of Sanity! Oggi invece mi sento di rivedere un po' il giudizio: bel disco, ma a tratti un po' forzato. La prima parte - diciamo i primi 20/30 minuti - ha un costrutto logico e diverse belle intuizioni: la si ascolta proprio volentieri, nonostante la lunghezza. Poi si capisce che il gruppo vuole arrivare ad ogni costo a un'ora esatta di durata e allunga il brodo con delle parti abbastanza inutili. Soprattutto la parte centrale "uccide" l'ascoltatore con 5 minuti consecutivi a base di una voce femminile lasciata da sola, che non introduce assolutamente niente di significativo. Per fortuna, il brano più in là si rimette sulle coordinate iniziali e regala altri bei momenti. Poi devo anche dire che la voce di Kjetil Nordhus (oggi nei Tristania) alla lunga è un pochino monotona... sarò troppo metallaro, ma qua e là un po' di screaming ce lo avrei messo, giusto per variare un po'! Nel complesso, insomma, quello in questione è un bel disco, ma non stellare, proprio perchè Tchort ha voluto un po' strafare in certi tratti. In quel periodo (2001) però ascoltavo band come Anathema, Opeth, In The Woods e certo vecchio doom-gothic a valanga, quindi posso capire perchè questo lavoro mi piacque davvero tanto. Riporto il solito clip da YouTube, così per farsi un'idea.


lunedì 3 ottobre 2011

Il ritorno dei NECROPHOBIC

Questa è una notizia interessante. Sarà che nelle ultime settimane sto ascoltando pacchi di black-death metal svedese anni '90, ma sono curioso di vedere che cosa combineranno i Necrophobic con questa nuova coppia di chitarre. In particolare, mi esalta il ritorno sulle scene di Robert Sennebäck, che ha suonato sui migliori album dei Dismember. E poi c'è Folkare degli Unleashed, che negli ultimi anni ha rivitalizzato quella band sia a livello di riffing che di produzione (è anche un ingegnere del suono). Prevedo un sound un po' più death metal-oriented con questi due innesti, ma spero che non perdano quelle melodie e quell'atmosfera "evil" che sono da sempre i loro trademark (assieme alle foto cafonissime, ma per quello pare non ci sia da preoccuparsi).


Poi la firma con Season Of Mist è un'altra bella notizia: l'etichetta francese solitamente "porta bene". Basta pensare a cosa hanno fatto i vari Rotting Christ o Septic Flesh da quando hanno firmato per loro... sembravano destinati a sparire, invece si sono ripresi alla grande, sfornando ottimi album e finendo a suonare ovunque. La SOM fa bene ai vecchi gruppi anni '90! Io poi per i Necrophobic stravedo da sempre: sono una band sottovalutatissima nel panorama svedese. Il black-death di questa band ha sempre avuto una marcia in più, ma per varie sfighe non è mai riuscito a emergere propriamente. Ascoltatevi "The Nocturnal Silence", "Darkside", "The Third Antichrist" o "Hrimthursum"!



Machine Head

Ho ascoltato 2/3 volte il nuovo Machine Head, "Ontu The Locust". Non è male, mi sta piacendo abbastanza. Apprezzo soprattutto il fatto che non duri mille anni come "The Blackening". Più divento "vecchio" e meno ho voglia di ascoltare polpettoni. Viene sempre più fuori la mia anima grind.
Comunque, sono giunto a una conclusione, esaminando la discografia della band: i miei album preferiti sono i primi 2, "Burn My Eyes" e "The More Things Change", e "Through The Ashes Of Empires". Mi piacciono tanto non solo perchè sono originali (almeno i primi), ispirati, "spaccano" e blablabla... mi piacciono anche perchè mi danno proprio l'idea di essere spontanei. Gli esordi dei MH erano votati alla violenza e alla rabbia più intensa, avevano sto sound-carroarmato che era tanto brutale quanto dinamico. Sti ragazzi venivano dai sobborghi di San Francisco (Oakland, per la precisione) ed erano i classici tamarri di periferia tutto ribellione, "cazzo guardi?" e cose così. Praticamente dei colognesi che però ascoltavano thrash metal e hardcore.
Con quei due dischi hanno venduto - giustamente - una fraccata di copie. E purtroppo però poi si sono montati la testa... vedendo il nu metal esplodere, si sono messi in mente che potevano diventare ancora più grossi. Così si sono improvvisati rapper, hanno millantato una passione innata per l'hip hop e hanno pure reclutato un chitarrista rastone, che all'epoca faceva fico. Ah, dovrei anche aggiungere che Rob Flynn si è tinto i capelli biondo platino e si è messo a indossare tute fucsia fluorescenti. Eh beh...



In ogni caso, gli è andata male, hanno vendute 10 copie e Flynn se l'è preso nel culo. Non so nemmeno dire se i loro dischi "nu" fossero poii così brutti, ma mi interessa sino a un certo punto, l'importante è che gli sia andata male... ahah...
Quindi, arriviamo a "Through The Ashes Of Empires": all'epoca i MH non se li cagava nessuno e per un certo periodo avevano pure perso il contratto con la Roadrunner. Gli viene però in mente di scrivere un ultimo album... o la va o la spacca. Entra Phil Demmel, uno che di metal serio un po' ne capisce, essendo stato parte dei Vio-Lence con Flynn, e ne viene fuori un gran bel dischetto... non totalmente thrash, non cattivo tanto quanto i primi lavori, ma gradevole, coinvolgente, spontaneo. Mi ha subito dato l'impressione di essere il prodotto di un gruppo "a pezzi", senza grandi pretese, che dà fondo alle sue ultime risorse cercando di fare quello che gli riesce meglio, senza stare a pensare a classifiche, video, fan. Un album senza tempo, che poteva uscire anche come debut. A quanto pare non sono stato l'unico ad apprezzarlo, perchè grazie a qull'album i MH sono tornati sulla bocca di tutti, diventando nuovamente un "nome grosso". Nel frattempo, esplode del tutto il trend metal-core o la cosiddetta "new wave of american metal" (marò che stronzata) e quindi che succede? Flynn, uno che ama guardarsi attorno, fiuta l'affare e torna a fare il metallaro tutto d'un pezzo, riempiendosi la bocca di frasi che manco Joey DeMaio. Et voila, esce "The Blackening", album ultra metal con strutture degne di Mozart, mille assoli, cazzi e mazzi. Bello, eh... però è un album che non mi ha mai convinto del tutto. Al di là delle lunghezza, sti MH così "classici" non mi esaltano. Questo e il nuovo album a tratti mi sembrano un tentativo di volersi inserire nel filone "nuovo-vecchio metal" di gente come i Trivium (che appunto vendono a bestia). Certo, Flynn non è l'ultimo dei pirla e sa come comporre una canzone in grazia di cristo, quindi si salva in tutto, però ho l'impressione che sto materiale sia frutto di di qualche macchinazione di troppo. Nel 2000 tiravano il nu, i pantaloni larghi e le sonorità saltellanti e Flynn si adegua su tutta la linea diventando il peggio coatto... ultimamente vanno di moda i baby Iron Maiden e Flynn si riscopre metallozzo... mah! Magari mi sbaglio, sono paranoico e vedo cospirazioni ovunque... sarà... però Flyyn, a mio avviso, un po' paraculo lo è. E io di sta gente non mi fido troppo. YO, YO... MUTHAFUCKA...



domenica 2 ottobre 2011

Il ritorno di un grande amico e cantante

Torna Danielino! Ecco qua.


Un paio di clip giusto per ricordare i vecchi tempi:




Flourishing

Sto iniziando ad ascoltare il debut album di questa giovane band statunitense chiamata Flourishing. Li vedrei bene su una Willowtip, invece incidono per la minuscola The Path Less Traveled Records. E chi cazzo la conosce? Comunque, suonano un death metal tecnico speziato con varie influenze... rispetto a tante altre realtà dedite ultimamente a sto genere mantengono però una certa melodia. A una base in stile ultimi Gorguts/Ulcerate aggiungono delle soluzioni che mi ricordano gli Extol. L'inizio di sto brano, invece, sembra pure uscito dai Tombs più wave. Non male.


Il disco si intitola "The Sum Of All Fossils" e appena ho tempo lo recensirò - o lo farò recensire - su Metalitalia.com.

Vallenfyre



Sta per uscire il debut album dei Vallenfyre, sorta di "super band" britannica capitanata da Greg dei Paradise Lost. A dire il vero, inizialmente il gruppo è stato presentato senza troppe info, praticamente solo tramite il medley che potete ascoltare di seguito. Solo qualche tempo dopo la Century Media ha annunciato che in realtà si trattava di una band composta da gente nota, fra cui anche Hamish dei My Dying Bride e Adrian degli stessi Paradise Lost e At The Gates. Su questa pagina Greg narra tutta la genesi del progetto ed è piuttosto interessante. Ho ricevuto il disco un paio di giorni fa e mi sembra più che valido ai primi ascolti... death europeo anni '90 con una spruzzata di doom. Tra primi Entombed, Dismember e ovviamente una spruzzata di primi Paradise Lost.