venerdì 7 ottobre 2011

NAGLFAR

 
L'altro giorno, nel post sui Necrophobic, ho accennato al fatto che ultimamente sto ascoltando molto black-death metal svedese. Sto un po' tornando alle mie vecchie passioni di teenager in questo periodo. In alto nella playlist ci sono i grandissimi NAGLFAR, una band che oserei definire anch'essa sottovalutata, se penso alla qualità di buona parte dei loro dischi e a quanto effettivamente sono popolari oggi. Devo dire che anche il gruppo ci ha messo del suo, con pause a volte troppo lunghe fra un album e l'altro e qualche cambio di lineup, tuttavia, più ascolto un album come "Vittra" - il loro debut del 1995 - più fatico a capacitarmi di come questa band non sia un nome grosso tanto quanto un Dissection o un Dark Funeral. I Naglfar, almeno agli inizi, avevano TUTTO per "sfondare": oltre a una buona tecnica e a produzioni già all'altezza, avevano uno stile personalissimo per l'epoca, che mescolava black metal svedese, epicità e improvvise digressioni nel puro classic metal! Mai stato un fan degli Iron Maiden, e non sono certo un grande esperto in materia, ma per me su "Vittra" ci sono dei riff e delle melodie che potrebbero tranquillamente far uscire di testa un seguace di Dickinson e compagnia. Proprio per questo non riesco a capire come mai siano sempre passati abbastanza in sordina: è vero che con il tempo progressivamente il loro sound si è fatto più brutale (le parti classiche erano frutto del songwriting del primo frontman Jens Rydén), ma almeno a metà anni '90 avrebbero potuto diventare quel tipico gruppo apprezzato un po' da tutti, come successe agli In Flames. Probabilmente, anche l'etichetta - la mitica, ma piccola Wrong Again - ha influito... avessero avuto subito alle spalle una Century Media le cose forse sarebbero andate diversamente. O forse no! Ora in effetti sono su Century Media e, appunto, non è che siano così "pompati". Insomma, è colpa loro, sono dei fancazzisti. Comunque, tornando alla musica, i miei album preferiti sono i primi due: il succitato "Vittra" e quella manata di "Diabolical", che già suona più cattivello, ma in cui si riesce lo stesso a sentire la mano di Rydèn. Belli anche tutti i lavori successivi... in effetti, mi sa tanto che non abbiano mai pubblicato un disco scarso! Del resto, a parte Rydèn, tutte le menti della band sono sempre rimaste al loro posto. Vi lascio con un paio di clip, presi rispettivamente dal debut e da "Diabolical". Il primo è per la tamarrissima "Through The Midnight Spheres", ovvero i Maiden che suonano black metal, il secondo è per "Into The Cold Voids Of Eternity": lo stacco pianistico nel mezzo e la successiva ripartenza/frustata mi hanno sempre fatto godere.




Nessun commento:

Posta un commento