martedì 18 ottobre 2011

SOLEFALD - Pills Against The Ageless Ills


Altro pomeriggio di noia sul lavoro e altro disco da rispolverare. "Pills Against The Ageless Ills" non è il disco migliore o quello più particolare dei SOLEFALD, ma è quasi certamente il più orecchiabile. Per questo motivo lo ascolto ancora volentieri: con gli anni mi sono un po' allontanato dalle sonorità troppo bizzarre e/o cervellotiche di matrice prog/avantgarde, ma "Pills..." conserva un'anima "pop" che me lo rende ancor oggi simpatico. In questo suo terzo full-length il duo avant-black norvegese cerca infatti di smussare vari angoli dello stile del precedente "Neonism" - un album assolutamente folle - e di recuperare un minimo di forma canzone, dando così vita a un disco che, pur non rinunciando affatto a tastiere zuccherose, cantati allucinati e spezie ora funky, ora jazz, ora electro, ora grunge, si appoggia a coordinate black e thrash metal con una certa costanza, con il risultato che le tracce di rado appaiono dispersive o "avantgarde" solo per il gusto di esserlo. Insomma, è il solito album "strano" dei Solefald di inizio-metà carriera, ma un po' più concreto, essendo meno schizofrenico di "Neonism" (e ovviamente meno black metal e maestoso di "The Linear Scaffold"). Anche questo è un album che ho letteralmente divorato al momento della sua pubblicazione (autunno 2001) e che riprendo in mano non appena mi sento un po' nostalgico. Mi fa ridere pensare che negli ultimi anni i Solefald siano diventati un gruppo black/viking/folk... all'epoca ipotizzavo un futuro all'insegna della sperimentazione più pura in stile Ulver, ma questi norvegesi sono nati per spiazzare.


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